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Dialetto lomellino: ecco cosa è, lo conoscevi?

Il dialetto Lomellino è uno dei più antichi e affascinanti che esistano in Italia, eppure è al contempo uno dei meno conosciuti. Si tratta di una variante che proviene dal ramo occidentale della lingua lombarda e si origina dall’insieme delle parlate nate in Lomellina, che si trova nella parte occidentale di Pavia.

Cos’è il dialetto lomellino

La sua peculiarità è che differisce in modo sostanziale da tanti altri dialetti della Lombardia e questo non soltanto per le influenze che lo hanno cambiato e che provenivano dal Piemonte, ma anche perché utilizza dei vocaboli proprio, che non esistono in altri dialetti lombardi o nella lingua italiana. Nonostante questo, resta comunque, al di là delle differenze, un dialetto lombardo.

Un’altra sua caratteristica è che impossibile parlare di un unico dialetto lomellino, in quanto non è informato sul territorio lombardo e si differenzia a seconda della zona in cui si trova. Per fare un esempio, nella zona della Lomellina, questa parlata è molto più simile e affine al dialetto novarese, mentre spostandosi verso ovest, si potranno notare molte più similitudini invece con la lingua piemontese.

Il dialetto Vigevanese

A Vigevano poi questo dialetto si è evoluto e modificato così tanto che il paese ne ha prodotto una sua variante unica nel suo genere. D’altronde l’intero territorio della lomellina, di cui fa parte anche Vigevano è unico nel suo genere anche perchè è uno dei più antichi del territorio italiano. Per quanto riguarda la nascita di questa parlata, come scrive Rusconi, uno dei più gradi studiosi del dialetto lombardo: Quindi il centro del dialetto Lomellino non devesi cercarlo a Mortara, dove domina l’intonazione del Novarese: neppure a Vigevano, dove trionfano le reminiscenze del volgare legionale, come lungo tutta la sponda del Ticino eccettuato Cassolo, e neanco a Pavia, dove l’elemento Emiliano vi è troppo ricevuto. Il centro naturale di questo dialetto lo si deve cercare nella bassa Lomellina, precisamente a Gambolò, a Mede, a Lomello: ivi il dialetto mantiene tutta la forza delle sue reminiscenze delle sue origini, e invece di snervarsi ed ammollirsi riceve perpetua energia dalle razze d’oltre Tanaro ed oltre Po”

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